10 Gesù è spogliato delle vesti
“Diventerete come Dio”. E’ la promessa del serpente nel paradiso terrestre ad Adamo e Eva. “Mangiarono dall’albero e si accorsero di essere nudi”. Nudi, perché si erano svestiti dello splendore di Dio; nudi come un popolo di vinti, spogliato di tutto, non più padrone neppure del proprio vestito. Se ti strappano gli abiti smarrisci la tua individualità… come gli internati dei lager, denudati di fronte ai loro aguzzini ad indicare la perdita dell’identità, della dignità e della coscienza di se stessi. Il mistero della tua persona è violato, sei completamente in balia degli altri. Nell’intenzione dei torturatori il momento della spogliazione in pubblico deve suscitare disprezzo, riempire di vergogna. “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina spogliò se stesso assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini”. Gesù spogliato, denudato, è l’icona della sua incarnazione, si carica della fragilità dell’uomo caduto, che ha perso la “prima veste”, che ha bisogno di ricevere da Dio la veste della grazia. Il mettersi a nudo di Gesù è gesto supremo e totale di abbandono nelle mani degli uomini, è consegna di tutto se stesso per stringere un patto d’amore che darà vita al nuovo Adamo, restituito alla sua dignità originale. Sotto la croce i soldati tirano a sorte l’abito di Gesù, quella tunica “tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo”. Anche la veste del sommo sacerdote era senza cuciture, ma è lui, il Crocifisso, il vero Sommo sacerdote che celebra la nostra redenzione. Don Michele Le tappe:
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